Riccardo Pistoia
Attenzione alla ... " Dieta Mediatica"
Nella buona cucina non è la quantità a fare
il successo di un menù. Servono capacità
e ingredienti giusti. Lo stesso vale
per gli eventi e la comunicazione “social
Negli ultimi anni stiamo assistendo
a un cambiamento
radicale delle regole che governano
i trend non solo nelle attività
di b2c, ma soprattutto negli
ambienti b2b.
In questo scenario diventa
importante l’approccio sempre
più profilato con il quale gli
interlocutori faranno rete attraverso
un nuovo metodo in cui
il “social media“ non è solo collettore,
ma diventa strumento
di marketing relazionale ed
esperienziale.
Ogni organizzazione, infatti, ha
bisogno di stabilire quali sono i
suoi interlocutori di riferimento
e di trovare il giusto linguaggio,
il giusto punto di incontro. Questo
processo molto importante
nelle dinamiche organizzative
di un evento, di un meeting, di
una convention, non può certamente
basarsi soltanto su una
comunicazione integrata o
multicanale, perché il segreto
non sta solo nella complessità
della tecnologia utilizzata, bensì
nell’architettura delle relazioni
tra gli attori coinvolti.
Ecco che qui entrano in gioco
altri player, ovvero i team aziendali,
i quali devono essere grado
di gestire tutte le implementazioni
del web 3.0, evitando che
si disperdano energie, opportunità
e risorse, al fine di utilizzare
gli strumenti di cui dispongono
in tutta la loro potenzialità.
Diventa, cioè, indispensabile
l’utilizzo della rete nel b2b con
un codice unico (il Codice relazionale)
funzionale alle esigenze
dei team coinvolti, attraverso
l’uso di un linguaggio comune,
un obiettivo ben identificato e
la condivisione di visioni e strategie
in tempo reale. Va da sé
che per poter realizzare tutto
ciò occorra una regia che
sovraintenda i lavori e che contenga
eventuali “fuori briefing”.
Organizzare l’attività congressuale
o i contenuti nella presentazione
di un meeting vuol dire
unire elementi importanti assolutamente
legati tra loro. Dall’azione
corporate alla brand
reputation, dal messaggio che
deve essere metabolizzato dal
gruppo, alle attività redazionali
sui media, tutto deve essere strategicamente
orchestrato nei
tempi e nei budget. Il Codice
relazionale nel suo Dna si profila
proprio all’interno di questo
mood e ne amplificherebbe il
valore grazie all’utilizzo dei sistemi
multicanale integrati.
Comunicare, creare emozioni e
coinvolgere sono elementi ricorrenti
in ogni brief che si rispetti
quando organizziamo un evento
e sono la chiave del successo
dei social media. Il perché è
sotto i nostri occhi. Dobbiamo
orientare lo sguardo nella giusta
direzione e non, certamente
solo, sul Roi o sul Rom, ma sulle
dinamiche fortemente esperienziale
dei social. Pensateci!
Nella Network Society, nelle
organizzazioni umane a qualsiasi
livello abbiamo le reti, “strutture
comunicative complesse”
costruite intorno a obiettivi condivisi.
Questa che possiamo definire
“Struttura Reticolare” è stata
resa possibile dell’innovazione
tecnologica. In questo modello
attuale le comunicazioni di
massa o auto comunicazioni
non tendono a sostituirsi l’una
all’altra ma a integrarsi e a completarsi
a vicenda.
L’evoluzione di questo processo
già incubato nella rivoluzione
Internet è stato reso ancora più
accelerato e facilitato da avanzamenti
di natura tecnologica. Si è
sviluppata una nuova cultura, la
cultura convergente dei prosumer
e del marketing 2.0.
Servendoci di una metafora ad
hoc, si può dire che nella
buona cucina non è la quantità
di ingredienti a fare il successo
di un buon piatto. Possiamo
certamente dire che un
bravo chef realizzerà sicuramente
un piatto eccellente
solo se ha una cucina organizzata
con gli ingredienti giusti a
disposizione. Nella “Dieta
mediatica” dobbiamo coniugare
il saper fare con il saper
comunicare, creando le giuste
alchimie e contaminazioni di
tutti gli strumenti che il Web
3.0 ci mette a disposizione.
